Caro forum ti scrivo (4a parte)

Osservo, volente o nolente, il trasformarsi e crescere del settore che ha come parola chiave “UNGHIE”.  Avverto il grande brusio di corsi eccezionali, di aziende Tutte Leader, di prodotti miracolosi; sento sempre più spesso parlare dell’Onicotecnica.
Vedo unghie sempre più lunghe e colorate sfilarmi innanzi agli occhi.

L’Italia è un paese meraviglioso, straordinariamente fantasioso per le sue contraddizioni.

Come ogni “nuova professione”, l’Onicotecnica, necessita di un periodo di sofferenza, di indecisione, di sperimentazione… di attesa. Utopico pensare che, in un paese dove non si riesce ad avere un governo stabile, dove ogni riforma sembra una splendida donna gravida che soffre lungamente per partorire (ed è l’unica cosa incinta ormai!), si possa avere un rapido processo di stabilizzazione dell’Onicotecnica. Probabilmente sarebbe anche offensivo rispetto a tutte le problematiche incancrenite che ci portiamo nello “stivale”.
Questo non vuol dire non organizzarsi, nè rinunciare. Tanto di cappello a chiunque si impegna in merito!

La mia riflessione si ferma, piuttosto, su alcuni meccanismi che non comprendo bene. Mi pare di capire (uso “mi pare” per onestà nei confronti dei miei neuroni!), che una gran maggioranza di “professioniste” del settore lavora a casa; mi par di intendere (come sopra) che ci sia un vuoto legislativo, delle contraddizioni territoriali, percorsi formativi lasciati al “buon senso” delle aziende.
Se domani mi svegliassi con la voglia di trasformare la mia professione in quella di “far le unghie”, potrei rivolgermi ad una delle tante aziende “prime donne” che ci sono e “formarmi”. Imparerei una o l’altra tecnica e poi cercherei il mio campo di azione. Supponiamo, per assurdo, che io imparassi davvero “il mestiere” dove potrei cominciare? Come accade per i venditori alle prime armi, mi proporrei ad amici e parenti (tanto alcuni è meglio perderli che trovarli!). In questa fase, dove comprerò gli strumenti del mio lavoro? Probabilmente dall’azienda che mi ha formato, da quella più economica o da amici e parenti (per parcondicio).
Successivamente potrei voler aprire il mio Nail Center (wow!), ma eccomi ad affrontare il mostro tentacoloso. Non posso in questa o quella regione se non ho fatto il triennio da estetista, non posso in questa o quella regione perchè non ho fatto il corso di 200 ore, non posso in questa o quell’altra vita perchè l’azienda che ho scelto non mi vuole in concorrenza con l’altro distributore/nail center perchè ci lavora la sorella della cognata del supercapo (ah i parenti!). Forse sono nella regione/provincia/frazione dove posso aprire ma nessuno me lo dice, perchè nessuno ha veramente capito come funziona.
Riassumendo pago per il corso, pago per i prodotti, vendo il mio servizio, ma non ho una professione.
Io non ne capisco niente di Nail Center, unghie a stiletto, acrilico o gel, ma l’azienda che mi ha fatto corso? Forse devo legarmi a lei con doppio giro di chiave per operare da subito, forse devo avere qualcosa di soldi da investire per aprire… forse semplicemente io non cambio professione (e mi tengo i parenti!).

Lavorare così significa non avere garanzie, fare arricchire le aziende, non poter tutelare le clienti, deprezzare il valore di una professione e in molti casi evadere il fisco.

Il mio augurio è che ci sia una legislazione chiara, per aziende e operatrici; che tuteli il consumatore e responsabilizzi le scuole di formazione. Nel frattempo, io continuerò a mangiarmi le unghie, ma voi pretendete soluzioni da chi lucra sul vostro disagio.

In bocca a lupo!

Un Commento a “Caro forum ti scrivo (4a parte)”

  1. amy80 ha detto:

    purtroppo vero :-C

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